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Gaio Giulio Cesare nel 46 a.C. ha celebrato quattro trionfi per le vittoriose campagne in Gallia, in Egitto, nel Ponto e in Africa. È dell'anno successivo il quinto e ultimo: per aver sconfitto - in Spagna - Gneo Pompeo figlio di Pompeo Magno. Ma - forse mai considerato come tale - gli appartiene un altro trionfo: il rito funerario che avvolge il suo corpo nel segno di un'accorta regia politica e lo riveste delle parole che Marco Antonio pronuncia leggendo, pubblicamente, il testamento che Cesare aveva scritto. Forma e sostanza che determinano la sorte e il destino dei cesaricidi. Cesare vince la sua ultima battaglia. Il suo genio politico e militare travalica un tempo mortale, segna un'epoca, gettando le basi di un complesso sistema di architettura del potere legittimato dalla Storia.